Tappa n.8 del percorso Raccontami

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Il salone cinese

Nella prima metà del Settecento il territorio costigliolese fu occupato a più riprese da eserciti stranieri.
Con il periodo di tranquillità che si aprì dalla metà del secolo, i feudatari poterono dedicarsi nuovamente all’ammodernamento del castello, iniziativa che si rendeva “doverosa” anche per mostrare l’accresciuto prestigio dei proprietari.

Nel Settecento, presso le corti e la nobiltà di tutta Europa, si era diffusa la passione per i manufatti artistici di produzione cinese (e le loro imitazioni), apprezzati per il carattere esotico e raffinato. Sovrani e aristocratici iniziarono ben presto a richiedere decorazioni, vasi e oggetti “alla cinese”, talvolta facendoli arrivare direttamente dall’Oriente. Anche il marchese Asinari aderì a questa moda: negli inventari del periodo sono registrati numerosi acquisti di stampe, statuette, elementi d’arredo, carta da parati con soggetti e paesaggi orientali; niente di tutto questo è rimasto nel palazzo.

Come puoi vedere, nella cosiddetta “Stansa della China” l’unico elemento decorativo rimasto è costituito da ornamenti a nastri, bonsai e uccelli variopinti, sulla volta.

Gli interventi commissionati sono attribuibili ai fratelli Pozzo, artisti specializzati nelle decorazioni alla cinese: la loro presenza in castello testimonia la possibilità del marchese Asinari di richiamare a Costigliole maestranze di prim’ordine, dal momento che i Pozzo avevano lavorato nelle principali residenze, urbane ed extraurbane, dei Savoia, tra cui il Palazzo Reale, la Venaria Reale, la palazzina di caccia di Stupinigi.

I fratelli Pozzo prestarono la loro opera anche nel salone centrale, che raggiungeremo fra poco: ma nulla si vedrà di quella parte del loro intervento, che è stato completamente cancellato dalla ristrutturazione di inizio Ottocento.

Procedi ora verso l’angolo destro della sala ed entra nel vano della torre di nord est.

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