Tappa n.3 del percorso Raccontami

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Il giardino

La tua visita al Castello di Costigliole ha inizio nel giardino. In seguito all’acquisto di quest’area da parte del Comune, nel 1928, esso è diventato parco pubblico, e il suo aspetto originario venne radicalmente trasformato per renderlo adatto ad attività e competizioni sportive.

Grazie a numerosi disegni, acquerelli e progetti, conservati presso l’Archivio di Stato di Torino, si può tuttavia tentare di ricostruire l’immagine del parco durante i primi decenni dell’Ottocento, prolifica stagione creativa che diede i suoi frutti qui come in numerose altre residenze reali ed aristocratiche piemontesi.

Nel 1815 il marchese Filippo Antonio Asinari, fautore di molte ristrutturazioni anche all’interno del palazzo, si rivolse al progettista tedesco Xavier Kürten, il quale fu, tra l’altro, sovrintendente ai Giardini Reali di Torino e direttore dei giardini della residenza sabauda di Racconigi.

Kürten, esprimendo quella sensibilità paesaggistica e romantica in voga nel secolo diciannovesimo, fece realizzare livellamenti del terreno, piantumazioni e sentieri. Progettò inoltre il boschetto all’inglese, probabilmente proprio nell’area ad est in cui tutt’ora è presente (lo individui alla tua destra, lasciandoti il castello alle spalle): qui si alternavano tra gli alberi piccole radure e laghetti artificiali. Ad ovest c’era un frutteto.

Questa vasta spianata erbosa davanti ai tuoi occhi era solcata da viali di olmi, che si sviluppavano come raggi a partire da una rotonda centrale.

Nel 1818 un certo Tissot di Chambéry curò gli aspetti riguardanti la presenza di acqua e fontane nel giardino (elemento oggi totalmente assente). Scomparsi, o forse mai del tutto realizzati, anche gli elementi architettonici del parco, di cui rimangono però alcuni disegni recanti la firma dell’architetto Giuseppe Maria Talucchi: tra le proposte vi erano un villino di stile neomedievale e un obelisco per la rotonda centrale. Difficile dire se dalla progettazione si sia mai passati all’esecuzione materiale.

Prima di raccontarti del palazzo, ti segnalo una sua interessante pertinenza, l’edificio giallo alla tua sinistra: si tratta della Palazzina dell’Agenzia. Fu fatta costruire nel 1781 dal marchese Filippo Valentino Asinari come sede operativa delle attività agricole dei suoi vasti possedimenti. Il nome deriva dal fatto che qui risiedeva l’Agente, cioè il fattore fiduciario che amministrava il patrimonio fondiario.

La palazzina, funzionale ed elegante, fu progettata dal noto architetto Mario Ludovico Quarini e si componeva di due volumi: il corpo cilindrico centrale sormontato da un belvedere, e una manica laterale che sfruttava il pendio della collina, purtroppo parzialmente demolita a metà Ottocento.

Particolarmente suggestive sono le imponenti “rotonde”, saloni interni del corpo centrale, che ospitavano al primo piano il granaio, al pianterreno la tinaia di vinificazione, e nei due piani ipogei le cantine e i magazzini. Il corpo laterale ospitava invece una scuderia per dieci cavalli, i fienili e gli alloggi per il guardiano e per l’Agente.

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